Salerno e Amalfi Coast: lo sbarco dei Saraceni

Sbarco saraceni a positano 770x370

Nel Medioevo, in un periodo oscuro della storia di Positano e della quale, oggi, poco o nulla sappiamo, un'antica tavola raffigurante una Madonna Bizantina giunse sul litorale.
Da chi e quando vi fu portata, non è chiaro.
Ma intorno a questo quadro, che ancora intatto si conserva nella chiesa del paese, fiorì la leggenda di Positano.
Una credenza religiosa che la fede dei Padri ha mantenuto sempre viva, e il cui ricordo ha, tuttora, il potere magico d'infiammare e conquistare l’animo dei positanesi.

Le origini di Positano vanno fatte risalire all'incursione dei saraceni nel medioevo.

Le parole "arabi, saraceni, mori, turchi e berberi" erano utilizzate senza alcuna distinzione ed indicavano i soldati musulmani che, a partire dal VII secolo, solcavano il Mar Mediterraneo alla ricerca di bottini.

Secondo la leggenda, nella notte del 14 agosto una banda di pirati saraceni sbarcò sulla Spiaggia Grande di Positano.
Dopo aver messo a ferro e fuoco il paese con una serie di razzie e violenze, i predoni trafugarono l'immagine sacra del quadro della Madonna nera, un'icona bizantina del XII secolo.
Erano quasi al largo quando scoppiò una furibonda tempesta.
Tra l’ululato del vento e i muggiti del mare in tempesta si udì la voce della Vergine che chiedeva di essere lasciata a terra: "Posa, Posa!".
Da qui nacque poi il nome di Positano.
I marinai obbedirono e, convertitisi alla fede cristiana, riuscirono a dirigere il veliero verso l'insenatura dove la Madonna venne sbarcata.
Nel luogo in cui fu ritrovata la sacra immagine, fu edificata una chiesa in onore della Vergine e attorno vi sorse il paese.

Nei secoli questo mito si è stampato nella memoria popolare, con celebrazioni religiose e spettacolari fuochi pirotecnici.
Centinaia le barche e i panfili che arrivavano ogni anno nella piccola baia da tutte le località della Costiera Amalfitana e dalla Costa Sorrentina, da Castellammare a Sorrento, da Salerno ad Amalfi, per ammirarli dal mare mentre si innalzano nel cielo a mezzanotte, ripiegandosi poi nei riflessi delle onde.

Su ogni terrazza e balcone gruppi di amici ed intere famiglie si riunivano per assistere allo spettacolo di luci e colori di una festa che mescola riti sacri e profani, antiche credenze (come quella delle pietre bucate raccolte dopo il passaggio della Madonna a cui si attribuiscono poteri taumaturgici), suoni e danze popolari e una spettacolare rievocazione storica: circa quattrocento attori e figuranti con caratteristici costumi mettevano in scena lo sbarco dei saraceni e l'intervento miracoloso della Madonna, quindi il finto incendio del paese e il rapimento delle vergini.
Infine, ci si recava in spiaggia fino a tardi per mangiare pane e melone, nella più classica tradizione positanese.

Da anni, ormai, questo antico evento, non si svolge più, con rammarico di quanti lo ricordano come un momento celebrativo, non soltanto religioso, ma anche un legame dei Positanesi con la loro storia e le tradizioni di un tempo antico, in cui il sacro e profano si mescolavano in modo molto sentito.
Restano soltanto i fuochi d'artificio che per una notte rendono la "città verticale" ancora più affascinante.

Nel 2015 si è tenuta a Salerno la prima edizione della manifestazione dal titolo "Principatus Salerni": l'assedio saraceno dove è stato rievocato l’assedio da parte delle truppe saracene all'avamposto longobardo del sud Italia.
La suggestiva rievocazione storica ha trasformato il centro storico salernitano in uno scenario del passato che ha condotto gli spettatori nella Salerno della corte longobarda avvenuto nell'871-72.

Salerno subì un violento assedio da parte dei Saraceni allontananti dal principe longobardo Guaiferio che vinse una sanguinosa battaglia fuori le mura di Salerno.
La sua vittoria allontanò per sempre il pericolo saraceno dalla costiera campana.
La suggestiva rievocazione storica dell'episodio si presta all'unione di spettacolarizzazione, arte e cultura, favorendo al contempo il turismo locale e la riscoperta del patrimonio storico della città.
È stato riprodotto il campo militare sede di spettacolari duelli, esibizioni, dimostrazioni e tornei di tiro con l'arco.
Oltre all'aspetto spettacolare dell'evento la rievocazione storica è stata anche l'occasione giusta per apprendere il modo di vivere dei salernitani in quel periodo, un'opportunità per conoscere le arti e mestieri del periodo longobardo fedelmente riprodotti nel mercato a tema longobardo e saraceno.
All'interno della manifestazione inoltre è stato possibile visitare gli edifici longobardi situati nel cuore della città.


La storia delle torri di avvistamento
La Penisola Sorrentina e il Cilento in particolare è puntellata da una miriade di Torri di Avvistamento, baluardi antichi che raccontano ben otto secoli (IX-XVII secolo) di scorrerie e razzie da parte dei saraceni prima e dei pirati dopo.

La maggior parte delle torri furono però edificate nel periodo del vicereame spagnolo a seguito dell'editto del 1563 emanato da Don Parfan de Ribera Duca d'Alcalà che ne impose la costruzione di Torri costiere presidiate da militari.
Con la restaurazione borbonica del 1815 la maggior parte delle torri fu disarmata ed adibita ad altri scopi, abitativi, segnalazioni semaforiche o telegrafiche.

Da ogni torre era possibile scrutare il mare e vedere di solito le due adiacenti, con la possibilità di inviare segnali luminosi e di fumo per trasmettere un messaggio o richiedere soccorso, da alcune di esse (cosiddette "torri cavallare") partiva un guardiano a cavallo per mettere in allarme gli abitanti dei Casali.